La lotta ai cambiamenti climatici è una sfida che coinvolge sempre di più le aree urbane del nostro Pianeta. In particolare, l’adattamento climatico delle città si riferisce a tutte quelle strategie e misure adottate per affrontare nel migliore dei modi le conseguenze degli eventi estremi e ridurre l’impronta umana sul clima che cambia. Perché i centri abitati sono al centro dei piani di adattamento, siano piccole città o metropoli? La risposta è semplice. Primo perché le città, per struttura e materiali prevalenti (asfalto e cemento su tutti) sono gli ambienti più a rischio a fronte di eventi estremi come inondazioni, alluvioni, siccità e ondate di calore. Secondo perché ad oggi la metà degli abitanti del Pianeta vive proprio nelle città, ed entro il 2050 la percentuale salirà al 70%. Proteggere le zone urbane favorendone l’adattamento climatico, significa allora anche prendersi cura della maggior parte delle persone, dal punto di vista sociale ed economico. Basti pensare che i costi globali della crisi climatica ammontano ormai a 135 miliardi di euro all’anno!
Gli strumenti per favorire l’adattamento e contemporaneamente mitigare gli effetti del climate change attraverso la riduzione delle emissioni di CO2 non mancano. Le smart city ad esempio puntano tutto sull’efficienza energetica per abbattere le emissioni di gas serra, grazie a fonti rinnovabili e gestione in tempo reale di tutti i dati sui consumi e sul traffico; per ora sono un modello urbano ancora innovativo ma sono destinate ad affermarsi sempre di più. Le Comunità Energetiche Rinnovabili, che possono riguardare condomìni, interi quartieri o addirittura città, perseguono lo stesso obiettivo: diminuire la CO2, cui si aggiunge una particolare attenzione all’indipendenza energetica.
Per ridurre l’impatto delle fonti fossili, allo stesso tempo può essere di grande aiuto lo sviluppo della mobilità green, grazie a veicoli elettrici e reti di percorsi dedicati alle biciclette e ai pedoni. Senza infine dimenticare altre iniziative importanti come piani urbanistici attenti alla gestione delle acque piovane, alla difesa delle zone verdi (in grado di mitigare il surriscaldamento e la qualità dell’aria) e all’uso di materiali ecocompatibili per gli edifici e la pavimentazione stradale.
Fronteggiare il rischio climatico: cosa succede nelle città del mondo?
Le strategie di adattamento climatico delle città italiane cominciano a essere più definite e riconosciute anche a livello internazionale. Milano e Torino, ad esempio, nel 2023 sono rientrate tra le 22 città europee con il punteggio più alto per le loro azioni per il clima. La classifica è stata redatta dal Carbon Disclosure Project, un’organizzazione non profit internazionale che fornisce un sistema globale di misurazione e rendicontazione ambientale.
La nuova energia
Milano è stata premiata per il piano di ammodernamento energetico degli edifici comunali. Lo scopo è dimezzare le emissioni di gas serra causate dagli impianti di riscaldamento di questi edifici entro il 2030, per arrivare a zero emissioni nel 2040. I recenti dati sulla qualità dell’aria in città rendono ancora più evidente quanto siano strategici l’obiettivo e gli strumenti, sia per l’ambiente che per il benessere generale dei cittadini. Alla capitale lombarda è stato anche riconosciuto l’impegno per la mobilità sostenibile e il valore del programma per la depavimentazione, attraverso cui si individuano le aree impermeabili (a rischio di allagamenti) e si procede allo smantellamento di asfalto e cemento. In questo modo si ripristina la copertura naturale del terreno, favorendone l’azione di drenaggio naturale. Oltre ai benefici ambientali, come valore aggiunto va sottolineata anche la riqualificazione delle zone adiacenti a queste aree.
Tra alberi e prati
Torino, invece, già dal 2020 si è dotata del Piano di Resilienza Climatica, per individuare le vulnerabilità del territorio e adottare le misure di adattamento più adeguate in caso di ondate di calore ed eventi alluvionali. Particolare attenzione è posta all’incremento degli alberi in città e all’uso di materiali che riducono l’innalzamento termico, sia della pavimentazione stradale che degli esterni degli edifici. Per quanto riguarda gli allagamenti, anche a Torino sono previsti interventi per rendere più permeabile all’acqua la superficie di diverse zone; il ricorso al terreno naturale, al posto di asfalto e cemento, rimane la soluzione più razionale ed efficace per drenare precipitazioni meno frequenti ma spesso più violente.
Dighe per la resilienza
Una menzione particolare, infine, va riservata a Venezia, che di recente è stata premiata come città resiliente dalle Nazioni Unite. Si tratta di un riconoscimento per le strategie e le politiche adottate per la riduzione dei rischi ambientali. Ai fini della valutazione, un grande ruolo lo ha avuto il Mose, il sistema di dighe mobili posto alle bocche di porto della Laguna di Venezia al fine di proteggere la città dal fenomeno dell’acqua alta.
Unisciti anche tu a Make Italy Green, e scopri come è possibile far crescere sempre più la nostra resilienza contro i cambiamenti climatici!
Fonte: https://www.eon-energia.com/magazine.html